INNAMORAMENTO ED AMORE

Lui mi disse:
“Sai come conquistare un uomo ma non sai come tenerlo…”

E tutto questo dopo aver citato il ritornello di un successo dell’epoca:
“Voglio ridere quando piangerai
E ti dirai pensandomi
“Aveva, sì, ragione lui”
E capirai perché”
(Voglio ridere – I Nomadi)

Ricordo che tornai a casa piuttosto scossa…
Diciamo che aveva fatto centro…
Mi aveva colpito al cuore…

Vanni era alto,
Magro ed allampanato,
Comunque un leader del collettivo studentesco…
Uno che si faceva notare…

Intelligente quanto basta…
Dal rendersi indimenticabile…
Scusate se è poco…

Era l’antitesi del “mio tipo”
Troppo alto… Troppo magro… Troppo biondo… Troppo riccioluto… Troppo grande… Troppo di sinistra…

E forse anche troppo intelligente…

Sapeva come mettermi a disagio…

“Il troppo stroppia”… Mi andava ripetendo mio padre e forse aveva ragione…
Lui aveva sempre ragione…

Credo che lo abbia attratto proprio la mia “diversità”…

Lo avevo conosciuto in tempi non sospetti…
Nel senso che non frequentavo ancora lo stesso Liceo…

Non so bene cosa mi colpì di lui…
Ma qualcosa mi colpì…
Visto che accettai di rivederlo…

Non assomigliava per nulla al conte Vronskij…
Non nell’aspetto né tantomeno nei modi garbati…
Non che fosse un violento o un maleducato ma era sicuramente un provocatore…

Cominciò male…
Anzi malissimo…
Appuntamento in via Cavour…
Alla fermata dell’autobus…

Nel posto più banale che potessimo scegliere…

Ricordo che acquistai un buffo cappellino in velluto da Coin…
Tipo pescatore (davvero sexy)
Me lo calai sugli occhi e così mimetizzata… Mi avviai all’appuntamento in compagnia di un’amica…

Mi misi a passeggiare avanti ed indietro…
(Non volevo mai credesse che lo stessi aspettando)

Papà che di uomini se ne intendeva…
Mi aveva messo in guardia:
“Mai aspettare un uomo più di cinque minuti… Mai!”
E soprattutto…
“Mai fargli capire che gli piaci o lo perderai…”

Presi così alla lettera il suo insegnamento…
Che la mia vita sentimentale fu un vero disastro…
Facevo di tutto per non far trasparire il mio interesse…
E pare ci riuscissi benissimo!

Comunque passarono i cinque minuti… E poi i dieci… Ed infine i quindici…
Ma di Vanni neanche l’ombra…

Mi allontanai dal luogo dell’appuntamento a passo svelto…
Senza voltarmi indietro…

Poi d’improvviso… Una voce (la sua)…
“Beh, dove cavolo stai andando?”
“Ho perso l’autobus… Succede sai…”

Vronskij non avrebbe mai perso l’autobus pensai tra me e me…

Non so se l’ho amato…
Di certo me ne innamorai…
Non sono Alberoni ma compresi ben presto la differenza tra “Innamoramento ed amore”…

Vanni fu il prescelto…
Divenne ben presto il centro dei miei pensieri e dei miei struggimenti…
Durò a lungo proprio per questo:
Mi rendeva infelice…
E da quel che avevo letto nei libri…
Era questo l’amore:
“Struggimento ed infelicità”

Feci di tutto per perderlo…
Perché ogni amore che si rispetti deve finire…
E presto anche…
Prima che la noia se lo divori…

Da Vanni imparai che l’innamoramento è la parte più interessante di un rapporto…
E che quel “brivido” che prelude la conoscenza…
È unico ed irripetibile…

Fu così che smisi di inseguire l’amore e mi dedicai con alterne fortune…

All’innamoramento…

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